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50 anni fa l'alluvione di Firenze

Data: 02/11/2016

Lo studio dei documenti dell'archivio ISCR restituisce l'immagine di quei giorni drammatici e dell'attività del Direttore Rotondi e di tutto l'Istituto a sostegno del patrimonio fiorentino

Il 4 novembre 2016 ricorre il 50° anniversario del devastante alluvione che colpì Firenze e Venezia. I documenti presenti nell’archivio ISCR e i taccuini autografi dell’allora direttore, Pasquale Rotondi, consegnano un’immagine molto nitida del coinvolgimento dell’Istituto, che contribuì subito in prima linea ad affrontare l’emergenza inviando a Firenze tecnici, restauratori, operai specializzati e materiali. Il pragmatismo mostrato da Pasquale Rotondi in quella circostanza – oltre che innato – era probabilmente forgiato dall’esperienza vissuta durante la seconda guerra mondiale, quando si era reso artefice del salvataggio di 10.000 opere d’arte ricoverandole al sicuro della fortezza di Sassocorvaro.

Rotondi segue da vicino le attività convulse per predisporre la Limonaia di Boboli in modo da accogliere le opere che vanno sottoposte a un procedimento di deumidificazione graduale, per preservare l’integrità della pellicola pittorica che poteva risentire dei tensionamenti dovuti a un’asciugatura repentina. Accanto a lui compaiono le figure di Giovanni Urbani (che coordina i restauratori), Licia Vlad (direttore del reparto archeologico), dei restauratori (Francesco Pelessoni, Livio Iacuitti, Raimondo Boenni, Giuseppe Moro, Guido Regoli, Paolo Mora), degli operai specializzati (Piero Mannoni, Vincenzo Regoli, Angelo Pizzi, Eugenio Mancinelli, Sergio Banci, Enzo Pagliani, Renzo Arcangeli, Carlo De Angelis), del fisico Manlio Santini, dei chimici (Marisa Laurenzi, Maurizio Marabelli, Salvatore Liberti, Ada Capasso), e dei microbiologi (Clelia Giacobini, Lidia Barcellona).
Chi sul posto, chi svolgendo sperimentazioni nei laboratori romani per fornire risposte sui prodotti più adatti a intervenire tempestivamente e su ampia scala, pressoché tutti i dipendenti dell’Istituto appaiono coinvolti e partecipi, in una lotta contro il tempo che consente risultati preziosi già a breve distanza dall’evento, ma forse ancor di più in termini di esperienza nell’affrontare situazioni di emergenza che – come dimostrano anche i recenti terremoti – vedono sempre l’Istituto in prima linea.

 

Nelle foto in questa pagina: un’immagine della Limonaia di Boboli dove furono ricoverate molte opere dell’alluvione, tratta da un quotidiano dell’epoca