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Progetto MUSAS, rilievi 3D nel porto sommerso di Egnazia

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Data: 17/05/2018

Iniziati i rilievi subacquei del porto romano di Egnatia per il Progetto MUSAS: presto disponibile il modello tridimensionale delle antiche strutture sommerse

Procedono in contemporanea su più fronti le attività del Progetto MUSAS, Musei di Archeologia Subacquea - Tutela valorizzazione e messa in rete del Patrimonio Archeologico Subacqueo (Campania, Calabria, Puglia): mentre tecnici e archeologi portano avanti le operazioni subacquee nel Ninfeo dell'Imperatore Claudio a Baia, infatti, gli esperti di acquisizione tridimensionale della 3D Research SRL, spin-off del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università della Calabria, incaricati dell’ISCR, sono impegnati nei fondali del porto romano di Egnatia (Fasano, BR), dove gli archeologi subacquei del progetto avevano svolto recentemente immersioni esplorative e sopralluoghi mirati.

Le strutture egnatine, sommerse a pochi metri di profondità dinanzi l’acropoli della città antica, sono caratterizzate dalla presenza di due lunghi moli in cementizio, realizzati rispettando fedelmente i principi costruttivi delle opere marittime di questo genere, ben descritti nell’opera di Vitruvio e riconoscibili in numerosi siti coevi del Mediterraneo.

Grazie alla creazione di una rete geodetica subacquea di riferimento e all’impiego di metodologie e strumentazioni affinate in anni di esperienze, i tecnici della 3D Research sono all’opera per rilevare e acquisire in 3D tutte le strutture antiche rinvenute nel bacino portuale; un’operazione complessa, che viene effettuata con il supporto della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, del Museo Archeologico Nazionale di Egnazia, del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, del Nucleo Carabinieri subacquei di Pescara e della Capitaneria di Porto di Brindisi (Ufficio Locale Marittimo di Savelletri), e che permetterà di offrire nuovi dati agli studiosi, oltre a un modello tridimensionale completo che renderà fruibile a tutti, anche a chi non effettua immersioni subacquee, il suggestivo sito pugliese, insieme ai reperti di provenienza marittima custoditi nel locale Museo Archeologico Nazionale e già acquisiti nel mese di febbraio: tutti i materiali, infatti, confluiranno, insieme con quelli di Baia, Kaulonia e Crotone, nel futuro Museo Virtuale dell’Archeologia Subacquea, visitabile da remoto tramite il portale web del progetto MUSAS (di prossima realizzazione) e nei vari Musei coinvolti.

 

Nella foto grande in alto: operazioni di pulitura meccanica delle strutture sommerse
accanto al testo: il team impegnato nelle attività in acqua
nella foto in homepage: misurazioni e rilievi subacquei