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"Bianco Arancio" di Carla Accardi di nuovo a Gibellina

Data: 08/01/2014

Il 18 dicembre scorso la celebre opera di Carla Accardi è tornata al Museo d'arte contemporanea di Gibellina al termine di un lungo lavoro di restauro e una serie complessa di indagini che hanno visto coinvolti diversi laboratori dell'Istituto.

L’opera, eseguita nel 1967, fu donata dall’artista al comune di Gibellina, come risposta all’appello lanciato dall’allora sindaco Ludovico Corrao per la rinascita della cittadina distrutta dal terremoto del 14 gennaio 1968. Insieme a Carla Accardi molti furono gli artisti italiani e stranieri che offrirono il proprio generoso contributo e Gibellina Nuova divenne in poco tempo un centro dell’arte contemporanea, una città museo dal carattere sperimentale, a tratti utopico, “il punto di riferimento di un progetto globalmente artistico che investe l’ambito del territorio urbano” (Fulvio Abbate).

L’intervento di restauro, eseguito presso il Laboratorio di restauro Materiali dell’Arte Contemporanea, è risultato particolarmente complesso a causa della natura dei materiali costitutivi. L’opera infatti, consiste in sei fasce di acetato di cellulosa intrecciate perpendicolarmente tra loro in modo da comporre una scacchiera. Le fasce, dipinte in due colori che riproducono in forma seriale lo stesso motivo ad onde, sono state fissate al telaio con vincoli puntuali posti sui soli lati brevi.

Al momento dell’intervento di restauro l’opera presentava gravi problemi conservativi a carico del supporto in acetato di cellulosa, particolarmente sensibile alle variazioni termoigrometriche e oggetto di un naturale e irreversibile degrado imputabile ad un duplice processo di idrolisi acida  e di progressiva perdita dei plasticizzanti interni.

Considerata la natura atipica del supporto, l’intervento di restauro è stato preceduto da una lunga fase sperimentale  (con la partecipazione dei laboratori scientifici di Fisica e Prove sui Materiali) che ha indagato il comportamento chimico e soprattutto meccanico dell’acetato di cellulosa.

L’intervento, eseguito dalle restauratrici Grazia De Cesare e Paola Iazurlo con la direzione lavori di Patrizia Miracola, ha visto la collaborazione esterna di Diana Venturini e Francesca Secchi, e di Carlo Serino (per Equilibrarte) responsabile dell’attento lavoro di rifunzionalizzazione del telaio finalizzato a creare un sistema elastico continuo in grado di rispondere alle variazioni dimensionali dell’acetato di cellulosa.

Le fasi dell’intervento e della lunga ricerca che lo ha preceduto saranno illustrate in un articolo di prossima pubblicazione.