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Il progetto su San Michele Arcangelo di Orvieto

Data: 08/10/2014

Inaugurata la copia collocata sulla facciata del Duomo. Nel museo di Palazzo Soliano l'originale restaurato a cura dell'ISCR.

Nella giornata di giovedì 25 settembre ha fatto ritorno a Orvieto la statua di San Michele Arcangelo dopo il lungo intervento conservativo curato dagli specialisti dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro: il fisico Roberto Ciabattoni e le restauratrici Paola Donati e Maria Elisabetta Prunas. Dalla sede romana dell’ISCR il prezioso bronzo trecentesco è stato scortato dalla Polizia Stradale di Orvieto, con il coordinamento del comandante Stefano Spagnoli.

L’opera è stata quindi collocata all’interno del Museo MODO, dove già dai prossimi giorni potrà essere ammirata. La musealizzazione di questa importante scultura ha visto la collaborazione della Soprintendenza BSAE dell’Umbria e dell’ENEA, in particolare del gruppo di ricerca guidato dall’ing. Gerardo De Canio, cui si deve il progetto per il basamento della statua con  dispositivo anti-sismico che è stato prototipo per quello dei Bronzi di Riace.

La riproduzione fisica del San Michele Arcangelo che, in sostituzione dell’originale, è stata in collocata sulla facciata (sotto la direzione dell’architetto Maurizio Damiani della Soprintendenza BAP dell’Umbria) sarà invece inaugurata domenica 28 durante una cerimonia che vedrà anche la benedizione della facciata.

Lunedì 29, nel corso dell’incontro di studio dedicato alle vicende storiche e conservative, il direttore dell’Iscr Gisella Capponi, il direttore regionale MiBACT Francesco Scoppola, il soprintendente BAP Anna Di Bene e il soprintendente BSAE Fabio De Chirico hanno dato conto della rinnovata collaborazione tra le più importanti istituzioni e professionalità nell’ambito del restauro e della ricerca scientifica, già sperimentata in occasione della riproduzione del gruppo scultoreo della Maestà.

L’incontro, che si è tenuto presso Palazzo Soliano – MODO Museo Emilio Greco, ha ripercorso le vicende storiche e conservative dell’opera e ha fornito approfondimenti sugli aspetti tecnico-scientifici del lungo e complesso intervento di restauro e del progetto di riproduzione fisica e musealizzazione, con particolare attenzione ai contenuti di innovazione e sostenibilità.

Il restauro, avviato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Storico Artistici dell’Umbria, è stato poi curato dai tecnici e restauratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro e di recente è giunto a compimento. Parallelamente è stato portato avanti il progetto di riproduzione fisica dell’opera attraverso un prototipo digitale ottenuto dal rilievo tridimensionale. Come già sperimentato in occasione della riproduzione del gruppo scultoreo della Maestà, ci si è avvalsi della collaborazione delle più alte istituzioni e professionalità nell’ambito del restauro e della ricerca scientifica, come Iscr ed ENEA, affidando poi alle competenze del Laboratorio Arte e Mestiere e della Fluimac di Roma la realizzazione, rispettivamente, della copia e della struttura espositiva per l’originale.

Si deve inoltre all’ENEA, e in particolare al gruppo di progettazione dell’ing. Gerardo De Canio, il contenuto di innovazione studiato per la musealizzazione della statua trecentesca: essa verrà esposta all’interno del MODO - Palazzi Papali su un basamento dotato di dispositivo per la prevenzione anti-sismica, analogo a quello che l’ENEA ha di recente applicato ai Bronzi di Riace.

Nella home page e in lato in questa pagina: foto Raffaelli-Moretti, 1909

Foto inserita nel testo: il drago del San Michele durante la fase di imballaggio, prima del trasferimento ad Orvieto (foto Paolo PIccioni, copyright ISCR 2014)