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La fondazione di Roma, Gerardo Dottori, Perugia

tecniche di esecuzione

Il dipinto è stato eseguito ad affresco allettando la malta dell’intonaco su un pannello di cemento-legno comunemente impiegato nell’edilizia negli anni ’30 con finalità isolanti e denominato Populit, come si evince dalla scritta presente sul verso: nello specifico esso risulta costituito da fettucce di legno pressate e indurite mediante impasto cementizio. Il pannello è stato bloccato a una semplice cornice lignea mediante grossi chiodi in ferro applicati dal recto e dal verso perpendicolarmente lungo tutto il perimetro. Altri chiodi sono stati conficcati dal recto del pannello per bloccare quest’ultimo alla traversa orizzontale.

Sul supporto è stato quindi steso un primo strato di arriccio e, al di sopra, un intonachino di ca. 2 - 3 mm di spessore; entrambi di colore grigio chiaro sono costituiti da calce e sabbia quarzosa di granulometria fine e regolare.

La stesura dell’intonaco è avvenuta per porzioni distinte, dall’alto a sinistra verso il basso a destra per un totale di quattro “microgiornate” facilmente individuabili.

Sull’intonaco è stato riportato il disegno preparatorio tramite spolvero e incisione diretta, mentre un secondo tipo di incisione, eseguita con uno strumento sottile e molto appuntito, è stata impiegata per realizzare, dopo la campitura del colore, un tratteggio incrociato a rinforzo delle parti in ombra.

Il colore è stato applicato a fresco, secondo una stesura irregolare che va dalla campitura uniforme e corposa dei chiari all’esecuzione di piccoli tocchi verticali per colori distinti e quasi puri. In alcuni punti tuttavia, come nella scena dell’approdo di Enea, si distinguono ritocchi a secco, eseguiti per rinforzare le ombreggiature quando l’affresco era ormai già carbonatato.

Dai risultati dell’analisi in XRF, la tavolozza si presenta di tipo relativamente tradizionale: i rossi e i verdi sono a base di terre, il viola delle colline è ottenuto con terra rossa e smaltino, gli azzurri sono probabilmente a base di oltremare artificiale.

E’ evidente da parte dell’autore un tentativo di eseguire un affresco secondo la tecnica dei maestri del passato, accuratamente ricercata nella precisione delle giornate, delle incisioni e dello spolvero, affidando la portata rivoluzionaria dell’opera al disegno che associa e scompone le forme secondo una visione libera e quasi “aerea”.