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Achille morente, Filippo Albacini, Accademia Nazionale di San Luca, Roma

analisi storico-critica

Filippo Albacini (Roma, 1777-1858) Achille morente, Firmato e datato in una targa scolpita sulla base con iscrizione a lettere capitali: FILIPPO ALBACINI FECE ROMA 1854

La monumentale scultura Achille morente è la più significativa della produzione, relativamente scarsa, di Filippo Albacini. La figura nuda giacente è caratterizzata da una poderosa monumentalità neoclassica e da una perfezione anatomica ispirate ai modelli canoviani. L’autore infatti, figlio del più noto scultore Carlo, celebre tra l’altro per avere restaurato i marmi della collezione Farnese,  dopo essersi formato presso lo studio paterno, risentì fortemente dell’influsso di Antonio Canova, che lo sostenne per la sua nomina ad accademico di San Luca (7 aprile 1811).
La presente scultura fu iniziata negli anni ’90 del Settecento e rimase nello studio dell’artista alla sua morte e fino al 1890, quando viene descritta come non finita. Essa incarna al massimo livello l’ideale classico perseguito dal suo autore.

Un’altra versione dello stesso soggetto è conservata a Chatsworth, e fu eseguita per il duca del Devonshire nel 1823. Considerando la strettissima somiglianza tra le due versioni si potrebbe ipotizzare che l’opera dell’Accademia di San Luca sia stata accantonata a causa del grave difetto del marmo presente in una zona nevralgica e molto in vista come il volto dell’eroe, e rifatta completamente per l’augusto committente britannico utilizzando un blocco di marmo privo di imperfezioni.