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Alla stanga, Giovanni Segantini, Galleria nazionale d'arte moderna, Roma

intervento di restauro

Il dipinto è stato preliminarmente sottoposto ad indagini non invasive effettuate dai laboratori scientifici dell’ISCR al fine di studiare tecnica esecutiva e stato di conservazione e mettere a punto l’intervento di restauro.
La progettazione dell’intervento ha richiesto particolare cautela orientando il restauro verso la sola rimozione degli strati più superficiali di sporco e all’assottigliamento selettivo delle vernici di restauro, senza mai venire a contatto con la pellicola pittorica originale. In questo modo la componente gialla relativa all’ossidazione delle resine utilizzate per la verniciatura è scomparsa, permettendo di ritrovare i valori cromatici del dipinto.
Nella direzione del minimo intervento è stato impiegato un gel rigido come supportante (Gellano) perfettamente trasparente, in grado di inglobare le miscele di solventi organici prescelte per farle agire selettivamente sulla superficie dell’opera, consentendo un assottigliamento degli strati di vernice e conservando l’antica verniciatura. Il vantaggio dell’impiego di questo supportante consiste nel permettere l’utilizzo di miscele solventi, altrimenti non efficaci, scelte per bassa tossicità per l’operatore e minore penetrazione e rigonfiamento per la pellicola pittorica.
Tale metodologia è stata utilizzata nel registro del cielo, mentre per la pulitura delle restanti campiture con pigmenti bruni e verdi estremamente sensibili si è scelto l’uso di una miscela a tampone a minore capacità solvente.
L’intervento di risanamento dei tagli effettuato nel 1948 ha mantenuto piena efficacia strutturale. Si è quindi deciso di mantenere la toppa applicata sul retro della zona danneggiata, tenuto conto della storia conservativa dell’opera, già segnata dall’intervento di foderatura, causa di danni molteplici sulla pellicola pittorica e sul supporto originale. Per ridurre le deformazioni causate da accumuli di adesivo in fase di foderatura, si è proceduto al trattamento localizzato con un mini-tavolo a bassa pressione attraverso l’apporto controllato e indiretto di umidità e pressione, ripetendo lo stesso trattamento lungo i bordi delle lacerazioni dopo la rimozione della stuccatura del 1948.
Si è dedicata un’attenzione particolare alla fase di presentazione estetica, optando per una reintegrazione di tipo mimetico dei tagli sia morfologicamente lavorando la stuccatura per seguire l’andamento delle pennellate originali limitrofe, che per il metodo di applicazione del colore a velature, al fine di ricreare una continuità di texture della pellicola pittorica originale. Una stuccatura liscia, come quella eseguita nel 1948, avrebbe evidenziato la percezione visiva dei lunghi tagli. Infine, sono state effettuate delle prove di verniciatura con miscele a bassa concentrazione di resina e verifica colorimetrica comparata. L’adeguato livello di saturazione dei colori e di brillantezza è stato raggiunto con l’impiego della Vernis à Retoucher Surfin della Lefranc & Bourgeois, applicata in strato molto leggero tramite nebulizzazione.

Il restauro è stato eseguito da Caroline Dupré e Francesca Secchi, diplomate della Scuola ISCR e vincitrici della borsa della Fondazione Paola Droghetti onlus 2012-2013.