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Il parato in cuoio della Zambra del Misello nel Vittoriale degli Italiani

intervento di restauro

Il trasferimento del telo D presso i laboratori ISCR ha richiesto l’effettuazione preliminare delle delicate operazioni di smontaggio delle cornici pertinenti alla boiserie, nonché la rimozione della fitta chiodatura che assicurava il telo alla parete.

Le condizioni di degrado del parato, imputabili sia ai procedimenti di concia che alle condizioni di montaggio e conservazione dell’opera, hanno condizionato la scelta delle metodologie d’intervento, indirizzando verso criteri di estrema prudenza. Le indagini effettuate hanno infatti confermato la grave compromissione della resistenza meccanica, causata dalla denaturazione delle fibre di collagene. La debole coerenza dell’intreccio fibroso ha orientato in maniera esclusiva, per la pulitura, verso le procedure a secco. I depositi di polvere e sporco incoerente inglobati tra le fibre della superficie scamosciata sono stati rimossi per aspirazione attraverso uno schermo di tessuto poliestere, calcolando tempi e pressione di aspirazione. Per le zone interessate da depositi di polvere più coerenti è stata impiegata a secco una spugna microporosa; il monitoraggio delle superfici mediante microscopia portatile ha infatti mostrato che essa rimuoveva per leggera abrasione i depositi superficiali senza “agganciare” le fibre sottostanti e senza lasciare residui. La stessa metodologia è risultata efficace anche per attenuare le numerose macule scure provocate dalla gelatinizzazione delle fibre nei punti in cui il manufatto era venuto accidentalmente in contatto con acqua.

A seguito di prove eseguite su campioni allestiti in laboratorio, la scelta del tessuto per i rinforzi e le reintegrazioni si è indirizzata verso dei tnt in fibra poliestere o poliammide. Per l’adesione, dovendo escludere gli adesivi acquosi, e si è optato per il Beva film da riattivare a caldo. Il restauro pittorico è stato limitato alla reintegrazione delle lacune e alla leggerissima velatura delle zone che, in ragione dell’abrasione della superficie, apparivano più chiare.

La struttura di supporto è stata realizzata con un pannello di policarbonato irrigidita, per evitarne le distorsioni in fase di movimentazione e montaggio, con un laminato a nido d’ape in alluminio.

Il parato è stato montato sul pannello di policarbonato mediante cucitura, utilizzando i fori lasciati sulle pelli dalla chiodatura perimetrale, interponendo un sottile tessuto di cotone (‘pelle d’uovo’), preliminarmente cucito sul verso agganciandolo alle anse del nastro dorato. In considerazione dello stato di avanzato deterioramento si è ritenuto infine di porre, a protezione, un sottile tessuto di seta (velo di Lione o crepeline), tinto di colore opportuno che, apparendo quasi impercettibile, protegge l’opera senza apportare alcuna interferenza visiva. Il telo montato sulla struttura di sostegno è stato ricollocato in situ avvitandolo direttamente all’intelaiatura lignea della parete.

Per la ricollocazione della cornice, originariamente inchiodata, è stato messo a punto un sistema di ancoraggio con magneti che consente un facile accesso al pannello in relazione ad eventuali necessità manutentive o di revisione dell’intervento.