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Elefantino di piazza della Minerva a Roma

stato di conservazione e interventi precedenti

Il puntuale rilevamento dello stato di conservazione ha messo in luce le diverse manifestazioni di degrado, tra le quali vaste zone interessate da colonizzazioni biologiche con patine di colore molto scuro tendenti al nero, di spessore diverso, in funzione delle superfici di scorrimento dell’acqua, dell’esposizione, ecc. La maggiore concentrazione di tali danni si rilevava sulla testa dell’animale, le cui superfici erano diventate quasi completamente illeggibili.

Vistose macchie di colore verde brillante, corrispondenti alle zone sottostanti gli elementi bronzei collocati alla sommità dell'obelisco in granito, presentavano tutte un andamento verticale con espansione orizzontale sulle superfici piane, quali la base d'appoggio dell’elefantino. La posizione di tali variazioni cromatiche, legate evidentemente ai prodotti di degrado (sali di rame) di detti elementi in bronzo, coincide con le vie preferenziali di scorrimento delle acque meteoriche.

Tra i diversi danni, gli annerimenti erano riconducibili alla deposizione in strati più o meno coerenti dei prodotti inquinanti, distribuiti sulle superfici nelle zone meno esposte all’azione delle acque meteoriche.

Nelle zone protette, soprattutto nei sottosquadri determinati dalle forme scultoree, tale tipo di alterazione è assente tanto da permettere, dopo le operazioni di pulitura, una puntuale lettura delle originarie tecniche esecutive.

La presenza di un evidente quadro fessurativo, è da far risalire a un passato non troppo recente poiché precedenti stuccature delle lesioni realizzate con una malta moderna con legante sintetico (poliestere) testimoniano trattamenti realizzati nel tempo che, peraltro, non hanno dato buoni risultati. Infatti il loro stato di conservazione era estremamente diversificato: in alcuni tratti risultavano mancanti, in altri in pessimo stato con scarsa aderenza al substrato

Sempre negli stessi interventi di restauro erano state reintegrate con lo stesso tipo di malta delle parti mancanti, quali la zona terminale delle due zanne e la conchiglia presente nella gualdrappa del lato ovest.