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Il Presepe del Museo Nazionale d'Abruzzo, L'Aquila

intervento di restauro

Una volta nei nostri laboratori, si è proceduto innanzitutto alla rimozione delle enormi quantità di gesso applicate nei precedenti interventi di restauro sulle sezioni ceramiche. Si è scelto di asportare questo materiale pesante e igroscopico perché ritenuto non idoneo per una buona conservazione.
In seguito è stata condotta la pulitura delle superfici con delle miscele solventi capaci di rimuovere i depositi e i ritocchi pittorici, senza intaccare l’originale.
Fondamentale per la conservazione del gruppo statuario è stata la revisione statica delle sezioni ceramiche.  Per ristabilire la resistenza meccanica della terracotta sono stati infiltrati adesivi di varia viscosità nelle numerose fratture e realizzate alcune stuccature con uno stucco epossidico. Si è scelto di conservare le grappe metalliche in lega di rame inserite nei precedenti interventi, perché si è ritenuto che fossero stabili chimicamente e che svolgessero ancora bene la loro funzione.
In alcune aree interessate da sollevamenti della pellicola pittorica, è stata iniettata un’emulsione acrilica.
Gli incollaggi delle parti fratturate sono stati eseguiti con della resina epossidica previa stesura di uno strato di sacrificio con resina acrilica. A rinforzo di fratture particolarmente sollecitate da sforzi meccanici sono stati inseriti perni in fibra di vetro.
La reintegrazione dei volumi mancanti è stata realizzata con degli impasti gessosi pigmentati che imitano il colore della terracotta, pur rimanendo chiaramente distinguibili da questa.
L’integrazione pittorica è stata volutamente piuttosto circoscritta. Il ritocco a tono delle lacune, stuccate preventivamente con gesso e colla, è stato eseguito con la tecnica del puntinato, realizzato con colori ad acquerello.
Infine, le superfici sono state protette con della vernice applicata a nebulizzazione.
A restauro terminato il gruppo risulta più leggibile nei suoi valori cromatici rispetto a prima dell’intervento, e si è deciso di riposizionare mani e aureole, rimosse in precedenza, poiché le possiamo considerare testimonianza di un restauro ormai storicizzato.
Per quanto riguarda la disposizione delle sculture, si è scelto di invertire la posizione delle figure di San Giuseppe e della Madonna, che si viene quindi a trovare a destra del gruppo. Tale scelta è confermata dall’iconografia corrente, da un modellato più ricco e completo, ma anche dalla maggiore presenza di oro sulle superfici che sono così rivolte allo spettatore, ed è ulteriormente confermata dalla foto storica, in cui vediamo il gruppo nella nicchia di Santa Maria del Ponte.
Al fine di garantire la corretta conservazione ed esposizione museografica del Presepe è stato necessario progettare e realizzare una struttura di sostegno, che doveva corrispondere anche a parametri antisismici, dato il pronunciato rischio sismico che caratterizza la zona di provenienza delle sculture.

Il supporto espositivo

Il progetto si è basato sullo studio di un sistema che consentisse il posizionamento della statua ricomposta su di una base antisismica e che, pertanto, fosse compatibile con le caratteristiche dinamiche di quest’ultima.
In un’ottica di proporre soluzioni e materiali innovativi, il Laboratorio di Fisica e C.A. dell’ISCR ha elaborato un progetto pilota finalizzato al riassemblaggio strutturale dell’opera che garantisse la reversibilità del sistema e la massima integrità in ambito espositivo.
Nella prima fase del progetto si è determinato il posizionamento esatto dei singoli frammenti rispetto all’assetto visivo dell’opera.
Nella fase successiva si è stabilito il baricentro dell’opera e si sono definiti i punti dove applicare i vincoli, per consentire l’ancoraggio al supporto centrale, vincolato a sua volta alla piastra antisismica del basamento.
La definizione dei punti di ancoraggio ha consentito di definire le porzioni di ceramica, interne al manufatto, da trattare al fine di predisporle all’incollaggio reversibile delle piastre di carbonio da vincolare al supporto centrale. Le piastre di carbonio sono state formate direttamente sull’originale, debitamente protetto, al fine di garantire la massima corrispondenza al modellato.
L’assemblaggio finale è stato realizzato mediante l’impiego di aste regolabili che sono state vincolate ai punti di aggancio precedentemente realizzati.
Ogni singola connessione è stata ottimizzata al fine di costituire un reticolo interno che consolida i singoli pezzi nel loro assetto strutturale ed estetico vincolandoli, a loro volta, al supporto centrale.
Tutti i tensionamenti sono stati realizzati con un precarico neutro al fine di non introdurre sollecitazioni stressanti per l’opera.

Il restauro è stato eseguito con la collaborazione dell’associazione temporanea d’imprese “Res” composta da restauratori diplomati presso l’ISCR (Giulia Barella, Emiliano Catalli, Monica Pastorelli, Elena Raimondi).