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Anfora in vetro da Montecilfone, Campobasso

indagini scientifiche

Durante lo svuotamento del vaso dal terriccio di riempimento sono stati rinvenuti numerosi frammenti osteologici di dimensioni variabili da pochi millimetri a poco più di 2 cm. Dopo la raccolta, i frammenti sono stati lavati, fotografati, suddivisi per distretti anatomici e misurati per permettere l’identificazione della specie di appartenenza. In totale sono state catalogate 178 ossa non frammentarie.
Confrontando le caratteristiche dei reperti con i dati riportati in letteratura, è stato possibile ricondurre quasi certamente le ossa alla specie Apodemus cfr. sylvaticus Linnaeus, 1758 (ordine Rodentia, famiglia Muridae). Si tratta di un piccolo roditore, tipico di ambienti boscosi, chiamato comunemente topo selvatico. Sulla base del numero dei femori è stato possibile stabilire che il numero minimo di esemplari  presenti nell’anfora fosse pari a cinque.
L’ipotesi più plausibile per spiegare la presenza delle ossa all’interno dell’anfora è quella che, al momento dell’inumazione, il vaso contenesse del cibo o delle bevande appetibili ai roditori. Questi, scivolati attraverso lo stretto collo all’interno del contenitore, vi sono poi presumibilmente rimasti intrappolati.