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Martirio di San Lorenzo, bottega dei Da Ponte, detti Bassano

Martirio di San Lorenzo
XVII secolo

Bottega dei Da Ponte, detti Bassano
olio su tela, cm 200x214,5
Firenze, Gallerie degli Uffizi, deposito della Galleria Palatina

 

L’opera proviene dalle raccolte della famiglia Savoia e risulta presente a Firenze nella Villa di Poggio Imperiale già dagli anni ’50 del XIX secolo, ove è registrata nell’inventario del 1860 con il numero 868 (ancora presente sul dipinto in basso a sinistra). Trasferita a Palazzo Pitti, compare in questa sede nell’inventario generale del 1890.

Schedata genericamente come opera del XVII secolo, grazie all’intuito di Matteo Ceriana è stata riconosciuta come collegata alla bottega veneta dei Bassano e consegnata per il restauro all’ISCR nel 2015 per un intervento che segue i più antichi del 1954 e del 1992 (L. Venerosi Pesciolini).

L’opera è infatti replica parziale, in ambientazione notturna, di una monumentale pala d’altare eseguita da Jacopo Bassano per il Duomo di Belluno (firmata e datata 1571). La stessa ambientazione a lume di candela caratterizza un’altra redazione del soggetto del Martirio di San Lorenzo attribuita a Jacopo, databile al 1590 e custodita nella parrocchiale di Poggiana di Riese (TV). La guadagnata qualità di lettura a seguito del restauro consente di confermare per il dipinto di palazzo Pitti la collocazione in area veneta e di ipotizzarne la realizzazione nei primi decenni del XVII secolo nell’ambito della bottega dei figli di Jacopo da Ponte, Giovanbattista e Girolamo, che a Bassano raccolgono l’eredità del padre dopo la morte avvenuta nel 1592 continuando a diffonderne la particolare maniera e le fortunate invenzioni compositive.

A titolo di informazione si registra l’esistenza di un Martirio di San Lorenzo nella chiesa veneziana di S. Ignazio attribuito a Jacopo Bassano che dalla ricognizione effettata da Pietro Edwards nel 1808 risultava non più in sede poiché venduto a privati.

Il supporto tessile originale è in fibra vegetale ed è composto da cinque teli. La preparazione, di colore bruno rossastro, costituita da pigmenti e olio. Dalle analisi UVF e IR, risulta la presenza di un disegno preparatorio e, in alcuni casi, la stesura pittorica finale si discosta lievemente dall’abbozzo. La pellicola pittorica è costituita da pigmenti in medium oleoso e dalle analisi IR e UVF la tavolozza risulterebbe quella usuale dell’epoca. La tela originale è fornita di un supporto ausiliario relativo ad un precedente intervento che ha determinato l’infragilimento delle fibre del tessuto originale. Una cattiva adesione al rifodero si riscontra lungo il perimetro del dipinto, dove il supporto tessile è molto deformato. Lo stato di conservazione dei teli superiori risulta più critico, con ampie zone di abrasione, numerose lacune e lacerazioni.

La leggibilità del dipinto è pesantemente compromessa dalla presenza di un consistente strato costituito da vernici invecchiate e colle, fortemente opacizzato e ingiallito. Un’operazione di ridipintura precedente ha interessato lo sfondo e il cielo nuvoloso risultando completamente o parzialmente estranei alla composizione. La difficoltà dell’intervento era dato dal cospicuo spessore degli strati sovrammessi. Si è ritenuto opportuno eseguire una pulitura preliminare con una miscela di solventi supportati in modo da mantenere l’azione ad un livello superficiale. Questa operazione ha favorito la penetrazione degli adesivi impiegati per la nuova foderatura. È stata eseguita una seconda fase di pulitura utilizzando diverse formulazioni di solventi idonei.  La pulitura è stata quindi rifinita con la rimozione o l’assottigliamento delle stuccature a bisturi. Per ristabilire l’unità cromatica, le abrasioni sono state velate ad acquarello mentre le stuccature trattate con la tecnica del tratteggio. Al fine di proteggere la superficie del dipinto è stato applicato uno strato filmogeno uniforme.

L’analisi della tecnica pittorica è stata effettuata con lo studio di sezioni stratigrafiche, analizzate in microscopia ottica ed elettronica (SEM-EDS). Nella preparazione, applicata in tre distinte stesure, sono state utilizzate ocre rosse, terra d’ombra, calcare dolomitico. Nella pellicola pittorica bianco di piombo, blu oltremare, terra verde.

Gruppo di lavoro

Dora Catalano: progettista e direttore dei lavori
Carla Zaccheo, Gloria Tranquilli: progettisti, direttori operativi, restauratori
Fabio Talarico: indagini chimiche
Giuseppe Fabretti: indagini fisiche
Maria Rita Giuliani: indagini biologiche
Angelo Raffaele Rubino: documentazione fotografica
Giulia Cappelloni, Fabiana Di Lorenzo, Valeria Genuardi, Micaela Storari, Martina Vento: documentazione grafica, allievi 64° corso, restauro in attività didattica