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Stamnos in bronzo, IV-III secolo a.C.

Stamnos in bronzo
IV-III secolo a.C.

Bronzo, fusione e sbalzo
Guglionesi (CB), località Ripatagliata

 

Lo stamnos in bronzo proviene dalla necropoli di Ripatagliata che, insieme a quelle di S. Margherita e di S. Adamo, rappresenta uno dei tre nuclei sepolcrali, ad oggi individuati, collocati in una posizione panoramica sulla valle del fiume Sinarca (comune di Guglionesi, provincia di Campobasso).
Questo nucleo di tombe, nello specifico, ha restituito quindici sepolture divise in due gruppi. Il primo, più antico (fine VI-V a.C.), è composto da sei tombe a fossa, con i vasi del corredo sistemati ai piedi del defunto. Il secondo gruppo (IV-III a.C.) è composto da otto tombe a fossa e da un’ unica tomba a pozzetto (T.9), in cui è stato rinvenuto lo stamnos con funzione di urna.
Il reperto è giunto in Istituto, dopo il recupero effettuato con la tecnica del pane di terra, in condizioni fortemente frammentarie e dimensioni dei frammenti da estese a particolarmente minute. Sono completi, invece, orlo e fondo, così come le due splendide anse in bronzo fuso.
In un momento successivo, durante la pulitura, è emersa anche una discreta deformazione delle porzioni più ampie del corpo, dovuta certamente alla pressione del terreno su una lamina dallo spessore piuttosto esiguo.
La complessità dell’intervento di restauro era rappresentata dai seguenti aspetti:

  • la possibilità di ricomporre un elevato numero di frammenti, alcuni dei quali non presentavano più la curvatura originale, senza alterare i volumi dello stamnos;
  • la possibilità di ricollocare le anse, ormai dissaldate, il cui peso grava in modo significativo su una struttura fragile per spessori e frammentarietà.

A conclusione del restauro è stato possibile recuperare la forma dello stamnos attraverso la realizzazione di un guscio interno in resina, con funzioni di supporto. Questo aderisce completamente alle superfici del recipiente mediante l’interposizione di un doppio strato di velatino e l’applicazione di più stesure di resina acrilica, che vengono a costituire quello strato di intervento a tutela della futura reversibilità del restauro eseguito oggi. Il medesimo guscio, conferendo una solidità estesa alla totalità delle superfici, ha permesso la ricollocazione delle due pesanti anse.

 

Gruppo di lavoro

Dora Catalano: direttore dei lavori
Giovanna De Palma: progettista
Stefano Ferrari: restauratore progettista e direttore operativo
Consorzio RE.CO (Cristina Passeri) e Catalli Pastorelli -Restauratori Beni Culturali: intervento di restauro
Giorgio D’Ercoli, Veniero Santin: indagini scientifiche
Edoardo Loliva: documentazione fotografica
Alessandro Pierangeli: assistenza tecnica e logistica