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Testiera equina e morso, VII sec. a.C.

Testiera equina e morso
VII sec. a.C.

bronzo, fusione e trafilatura
Canino e Montalto di Castro (VT), Necropoli dell’Osteria – Tb 1, Area C – Parco Naturalistico Archeologico di Vulci

 

La testiera e il morso provengono dalla camera A della Tomba 1, anche detta ‘delle mani d’argento’, dal manufatto più prezioso che essa ci ha restituito. Si tratta di una tomba monumentale, appartenuta a personaggi di rango principesco, la cui datazione dovrebbe collocarsi intorno al terzo quarto del VII secolo a.C., quindi nel periodo orientalizzante e in una fase di forte sviluppo politico e culturale di Vulci, bene attestata in questa area della necropoli dell’Osteria.

La testiera è stata recuperata con il sistema del blocco di terra dopo velatura preliminare con garza di cotone e gesso. Questa è costituita da sei falere dal profilo concavo (tre grandi e tre piccole) e da un elevato numero di minuti bottoncini emisferici (circa 1586) a cui sono saldati, sulla superficie concava, porzioni di un sottile filo in bronzo con sezione quadrangolare. Questo, presumibilmente, veniva ad intrecciarsi sulla superficie interna delle corregge in cuoio della testiera, mentre i bottoncini ne venivano a costituire la preziosa decorazione esterna. Del cuoio, completamente degradato, restano poche tracce consistenti in uno strato rigido, di tono più chiaro del terreno.
Il morso presenta il filetto snodato, realizzato da due barre ritorte che terminano con l’occhiello per l’inserimento dell’anello di ancoraggio per le redini, e guardie realizzate a traforo con rappresentazione di un grosso cavallo stilizzato che porta sulla groppa un cavallino minore.

L’intervento, partendo da un contesto di giacitura in cui i numerosi e minuti elementi non consentivano alcuna lettura possibile del manufatto, ha inteso offrire una ipotesi ricostruttiva della testiera sulla scorta di poche ipotesi note. Inoltre, per godere pienamente della bellezza dei due reperti, si è scelto di esporli su una testa di cavallo ottenuta da stampa in 3D di un modello in bronzo di età antica.
 

Gruppo di lavoro

Giovanna De Palma: direttore dei lavori
Simona Carosi, Patrizia Petitti: per la SABAP-RM-MET
Stefano Ferrari: restauratore
Davide Fodaro: supporto da stampa 3D
Maria Rita Giuliani, Giuseppe Guida, Paola Santopadre, Giancarlo Sidoti: indagini scientifiche
Edoardo Loliva: documentazione fotografica
Alessandro Pierangeli: assistenza tecnica e logistica