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Calzari pontificali con arabesco, Museo della Spiritualità, Castel Sant'Elia

stato di conservazione e interventi precedenti

Nonostante lo stato di conservazione discreto, le calzature di Castel S.Elia presentavano consistenti lacune, accentuate deformazioni e significativo offuscamento della tomaia dovuto a depositi di polvere, sporcizia, nonché a probabili materiali ingrassanti utilizzati all’epoca dell’impiego. Sgocciolature di cera erano rilevabili in alcuni punti della tomaia.

Le consistenti lacune che attraversano in tutto il loro spessore la tomaia e la fodera sono localizzate soprattutto nella parte posteriore e, in considerazione dei loro contorni netti e definiti sembrerebbero imputabili all’attacco di roditori, piuttosto che a un fenomeno di usura.

Interventi sono stati molto probabilmente effettuati in un’epoca successiva alla fabbricazione. Al mantenimento della funzione d’uso è riferibile la sostituzione del sottosuola: l’osservazione dei fori di cucitura ha permesso di accertarne l’appartenenza ad un’epoca successiva. Si tratta peraltro di una parte normalmente destinata alla consunzione e al ricambio, anche ripetuto, nell’arco di tempo in cui un paio di calzature viene utilizzato.

 La decorazione ad arabesco della tomaia appare, su entrambe le calzature, in buono stato su di un lato e più consunta e lacunosa sull’altro, ossia su quello interno sottoposto a fregagione e consunzione durante l’uso. A tale consunzione sono sicuramente da riferire i diversi colori del filo di cucitura, rosso quello originale e nero quello di restauro.

Dello strato verde in pelle di capra, originariamente posto tra la tomaia e la decorazione in cuoio dorato ad arabesco, non permangono che dei lacerti.