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La fondazione di Roma, Gerardo Dottori, Perugia

analisi storico-critica

L’opera si ispira al verso 96 del III libro dell’Eneide “Antiquam exquirite matrem” (cercate l’antica madre), riportato in lettere bronzee nell’architrave dell’Aula Magna dell’Università degli Stranieri di Perugia, dove si trova il murale derivato dal presente bozzetto.
Il soggetto è quindi la fondazione di Roma originata dall’approdo di Enea nel Lazio, sintetizzato in alto a sinistra. Subito al di sotto Romolo con l’aratro solca il terreno in riferimento al rito etrusco di fondazione della città. Al centro Roma è raffigurata nei sui monumenti simbolo, il Colosseo e la cupola di San Pietro, fusi insieme ad alludere ai due volti della città, temporale e spirituale. In primo piano, di fronte a un paesaggio aeropittorico, un gruppo di uomini trasporta e movimenta blocchi di pietra; tra questi, la figura all’estrema destra presenta delle fattezze che sembrano alludere a Benito Mussolini, indiretta celebrazione del regime fascista nei termini di rinnovato impero romano.
Il soggetto appare ricalcato abbastanza fedelmente nella composizione finale, dove tuttavia sono stati rimossi i più diretti rimandi al Fascismo: la colonna col fascio littorio davanti ai due monumenti e le fattezze mussoliniane dell’uomo a destra.
Dipinta a fresco al di sopra di un pannello industriale, l’opera va inserita nel momento di generale recupero della pittura murale degli anni ‘30, considerata come più tipica espressione della tradizione “italica”. La trasposizione di tale tecnica su supporti mobili nasce dall’esigenza di rendere il bozzetto trasportabile, e quindi più facilmente esponibile.