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Angelo in maiolica, Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto

indagini scientifiche

Durante il restauro si sono potuti effettuare analisi degli smalti allo scopo di chiarire alcuni aspetti legati alla tecnologia robbiana.
Sono stati prelevati 14 campioni di smalto, che sono stati preparati in sezione lucida e preliminarmente osservati al microscopio ottico in luce riflessa; successivamente si è proceduto all'analisi mediante microscopio elettronico a scansione SEM e microanalisi a raggi X.
Negli smalti si individuano tre componenti principali:

la silice (SiO2),

l'ossido di piombo (PbO) 

l’ossido di stagno (SnO2).

La silice e l'ossido di piombo, concentrati nella fase vetrosa, hanno rispettivamente la funzione di formatore del reticolo e di fondente, cioè di componente che abbassa la temperatura di fusione della silice. L'ossido di piombo, per le sue particolari proprietà, conferisce agli smalti brillantezza e forma superfici lucide. L'ossido di stagno è invece concentrato nei microcristalli (cassiterite, SnO2) con funzione di opacizzante e pigmento bianco.

Coloranti e pigmenti:

Il colore degli smalti è il risultato di ioni cromofori sciolti nella fase vetrosa o di pigmenti; lo smalto giallo e il bianco devono la loro colorazione soltanto a dei pigmenti.
Nello smalto bianco la colorazione e l'opacità sono dovute ai microcristalli di cassiterite. La colorazione verde scuro è dovuta al rame sciolto nel vetro sottoforma di ione e l’opacità ai pigmenti bianchi di cassiterite. Composizione e struttura dello smalto viola risultano simili
al bianco; il vetro è colorato con manganese (ione Mn3+). Anche gli smalti azzurri hanno composizione e struttura simili al bianco. L'analisi degli elementi secondari e in tracce sciolti nella fase vetrosa hanno individuato il colorante blu nello ione cobalto, aggiunto sottoforma di un minerale contenente anche ferro, rame e nichel (“zaffera” veneziana).
Il colore degli smalti gialli è dato da pigmenti tipo antimoniato e stannato di piombo che venivano preparati calcinando miscele di silice e composti di questi tre elementi.
Sono stati inoltre indagati altri aspetti correlati a stato di conservazione e tecniche esecutive della scultura: analisi diffrattometriche sui depositi superficiali hanno evidenziato la presenza di ossalati di calcio, mentre la fluorescenza X condotta su alcune zone decorate del colletto ha indicato la presenza di un’argilla ricca di ossidi di ferro (bolo) utilizzata per la preparazione della doratura.

 

Le analisi dello smalto sono state eseguite da Marco Verità (Laboratorio Analisi Materiali Antichi., Università IUAV di Venezia), mentre Domenico Artioli ha condotto le analisi di fluorescenza X.