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Storie di Sant'Orsola. L'arrivo a Colonia, Vittore Carpaccio, Gallerie dell'Accademia, Venezia

tecniche di esecuzione

L’opera, come tutti gli altri dipinti del ciclo, è stata foderata negli anni ’80 e montata su un doppio telaio ligneo costituito da una parte interna fissa collegata, tramite ghiere filettate e molle, ad una struttura mobile perimetrale.

Il dipinto è eseguito su tre teli di lino con trama diagonale disposti verticalmente. Il tessuto è abbastanza serrato e compatto e il diametro del filato è piuttosto disomogeneo; i fili disposti orizzontalmente, che costituiscono probabilmente la trama, sono grossolani e irregolari, quelli verticali sono invece più uniformi e sottili.  La tela ha un sottile strato di preparazione a gesso e colla tanto sottile da lasciar emergere le parti più rilevate dei fili di trama e ordito. Su questo strato  è stato realizzato un disegno preparatorio a mano libera eseguito a pennello che delinea i volti e le figure principali.

Le indagini in XRF e le sezioni stratigrafiche evidenziano una tavolozza abbastanza tradizionale con uso di azzurri e verdi a base di rame, vermiglione, ocre e biacca. Il verde del prato appare invece dipinto con una miscela, non frequente, di azzurrite e giallo di piombo e stagno. La stesura pittorica è fluida e sottile ad eccezione di numerosi tocchi chiari in forte rilievo.

Le variazioni di intenzione nella composizione sono molto limitate: ad occhio nudo si nota solamente un leggero spostamento in basso della gamba del personaggio arrampicato sul pennone in alto a sinistra.  Appena visibili, ma evidenti agli infrarossi, sono invece un aquila al di sotto delle tre corone nel vessillo al centro del dipinto e un copricapo nel personaggio in primo piano che legge una lettera.