• home
  • Restauri - Restauri conclusi

Il Mitra tauroctono dalla Civita di Tarquinia

intervento di restauro

L’intervento di pulitura si è articolato in una serie di operazioni effettuate in modo graduale e controllato, tenendo conto delle alterazioni presenti sulla superficie del marmo. I trattamenti sono stati condotti nel rispetto del materiale costitutivo originale e mirati al recupero delle qualità estetiche, storico-artistiche ed archeologiche del manufatto. La superficie lapidea al momento dello scavo appariva interessata dallo strato di incrostazione in modo disomogeneo, rivelando in alcune zone circoscritte l’elevata qualità del materiale e della lavorazione; tale condizione di partenza ha orientato le scelte verso un intervento che ne permettesse l’apprezzamento e la migliore leggibilità.

Queste motivazioni hanno guidato anche le scelte finalizzate alla ricomposizione e assemblaggio delle parti frammentate (avambraccio sinistro e cane) facendo ricorso a tecnologie innovative quali la modellazione basata su scansione 3D.

La reversibilità degli interventi di assemblaggio è stata assicurata mediante la realizzazione di perni rimuovibili che facilitano anche le operazioni di movimentazione della scultura.

Operazioni di pulitura

Le operazioni di pulitura si sono articolate come segue:

preliminare rimozione dei depositi superficiali incoerenti eseguita con pennello morbido e aspiratore portatile;

pulitura dell’intero gruppo con acqua di rete e spazzolino;

rimozione meccanica dello strato di incrostazione coerente mediante bisturi e specilli con l’ausilio di lampada dotata di lente di ingrandimento. La rimozione delle incrostazioni carbonatiche ha richiesto tempi lunghi e modalità controllate per non danneggiare le sottili tracce degli strumenti di lavorazione presenti sulla superficie;

ablazione delle tracce di depositi superficiali residui e più resistenti, localizzati nei sottosquadri e in corrispondenza delle tracce di lavorazione originali, eseguita mediante l’uso di dispositivo laser (EOS 1000 SFR prodotto dalla EL.EN.);

pulitura chimica delle macchie di ruggine eseguita con soluzioni di acido tioglicolico o cisteina neutralizzati con carbonato di ammonio a pH 7, applicati ad impacco con compresse di polpa di cellulosa. Il risultato migliore è stato raggiunto con soluzione di cisteina al 3% in acqua con tempo di applicazione di 24h, che ha permesso di alleggerire la cromia delle macchie e ridurre l’estensione degli aloni. Tale metodica, per nulla aggressiva nei confronti del materiale costitutivo, è frutto di una sperimentazione scientifica condotta dal laboratorio di Prove sui materiali dell’ISCR in collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Roma La Sapienza.

Operazione di assemblaggio delle parti distaccate

Al fine di una più agevole e precisa ricomposizione dei frammenti distaccati, è stato creato un modello virtuale basato su un rilievo 3D eseguito con laser scanner a cura del servizio Documentazione; la restituzione del modello è stata effettuata dall’Università di Pisa.

In base a tale ricostruzione sono state definite le esatte posizioni dei frammenti da ricomporre e dei vincoli da utilizzare; questo ha permesso di realizzare mediante prototipazione rapida (stampante 3D in sintetizzazione di polvere di nylon) dei blocchi guida che riproducono le superfici di contatto delle parti da assemblare su cui sono stati eseguiti, valutandone la giusta inclinazione, fori guida mediante i quali è stato effettuato il posizionamento corretto dei perni sull’opera.

La reversibilità dei perni di assemblaggio garantisce anche maggiore sicurezza durante la movimentazione evitando danni meccanici alle parti assemblate: questo è soprattutto evidente nel caso del cane, privo di appoggi originali e in posizione molto aggettante, che deve essere sempre rimosso ogniqualvolta la scultura venga spostata. I perni utilizzati sono del tipo ad attacco maschio/femmina in acciaio.

Per garantire una maggiore solidità alla parte riassemblata del braccio sinistro l’imperniazione è stata realizzata ugualmente con perni reversibili, ma l’adesione tra i giunti è stata rinforzata con un adesivo epossidico applicato sulle superfici di contatto su uno strato di resina acrilica con funzione di primer. Questa scelta è stata dettata dalla necessità di assicurare stabilmente le parti ricomposte del braccio sia ai fini della fruizione che nella movimentazione dell’opera.

Realizzazione di supporti

Ai fini della fruizione dell’opera è stato necessario dotare il gruppo scultoreo di una solida base di appoggio. E’stata realizzata una struttura portante in putrelle di acciaio verniciato con rivestimento smontabile in lamiera delle stesse dimensioni del plinto originale, le cui tracce sono state messe in luce dallo scavo archeologico eseguito nell’area di rinvenimento del Mitra.

Per i dettagli di queste operazioni si rimanda alla relazione contenuta nella pagina Progetti di ricerca come appendice di questa pagina.