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Una rotonda sul cielo. Luigi Poletti al San Michele

Data: 29/10/2018

Tornato a nuova vita il teatro di Rimini progettato da Poletti. L'Istituto ricorda l'architetto modenese a lungo attivo a Roma, artefice di numerosi interventi anche nell'Ospizio Apostolico del San Michele

Lo scorso 28 ottobre Rimini ha festeggiato l’apertura ufficiale del suo teatro storico, gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943. Dopo una lunga attesa durata 75 anni il teatro (intitolato dal 1947 al musicologo e compositore Amintore Galli) è stato riconsegnato alla città.  In questa occasione l’Istituto pubblica un contributo sull’architetto-ingegnere modenese Luigi Poletti (Modena 1792 – Milano 1869), personalità di spicco del neoclassicismo italiano, autore di diversi teatri (oltre a Rimini ne progetto a Fano e a Terni), per lunghi anni attivo a Roma. Durante gli anni trascorsi nella capitale diventa accademico di San Luca (di cui sarà anche segretario e docente). Tra le sue tante realizzazioni romane ricordiamo i suoi progetti all’interno del grande cantiere dell’Ospizio Apostolico del San Michele.

Luigi Poletti, ingegnere e “architetto neovitruviano” (così definito dallo storico dell’architettura recente scomparso Giorgio Muratore), ha lasciato diverse testimonianze nel complesso del S. Michele ora sede del MiBAC. Tra queste, realizzato nel suo periodo di docenza presso l’Ospizio Apostolico e proprio nel nostro Istituto, si evidenzia il suo più nitido contributo al classicismo: una sala quadrata con archi e cupola impostata su volta a vela posizionata in uno snodo distributivo dei corridoi nell’attuale secondo piano dei laboratori. Lo straordinario, e molto capitolino, concepimento di questo raffinato ambiente è ben raccontato dal cardinale Antonio Tosti, dal 1830 presidente dell'Ospizio:

“Erano stati improvvidamente ragunati, non si sa in qual tempo, nove cessi fra quattro altissime e principali muraglie quasi nel centro dell’edificio, e questa sconcezza, oltre all’avere interrotta la facile comunicazione delle parti più importanti dell’edificio medesimo, aveva talmente guasta e fracida la fabbrica che doveva temersene gravissimo danno. Allorché dunque la riparazione divenne urgente, volle monsignore che quelle brutture fossero portate più lontano in altro luogo convenevole e sfogato, e che quella parte dell’edificio, di così sozza cosa come ell’era, fosse per le industri cure del Poletti cangiata in ampia sala a croce greca con quattro archi che sostengono cupola a lacunari romboidali ornati di rosoni e d’intagli: il che aggiunge maestà a questa parte già sì negletta dell’edificio, ov’è l’ingresso agli studi delle belle arti e degli arazzi” (in: A. Tosti, Intorno la origine e i progressi dell'Ospizio apostolico di s. Michele,  Roma, 1835, pag. 16).

La “rotonda” del Poletti, cospicua eredità del passato era tra gli ambienti interessati dal recente adeguamento funzionale della sede dell’ISCR nel complesso del San Michele. La scelta di questo luogo come sala posa dei fotografi ISCR si deve all’utilitaristica necessità di luce diurna zenitale proveniente dall’oculo in chiave, elemento che mette l’ambiente polettiano in evidente analogia con il Pantheon. Per il suo dosaggio funzionale alle riprese, l’apertura è stata dotata di un disco meccanico basculante, visibile nell’immagine. Anche come appendice dei laboratori risalta tuttora nella sua evidenza architettonica: il dispositivo a comando remoto, utile alla necessità del laboratorio, ha prodotto un inaspettato valore aggiunto nel godimento dello spazio architettonico grazie alla dinamica di chiusura, un’eclisse che devia in radenza la luce sui rilievi a lacunari dell’intradosso, fino a raggiungere il totale oscuramento della sala (progetto arch. Bruno Mazzone)

 

Vedi anche il sito del teatro Amintore Galli di Rimini