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Restituiti i busti della Galleria di Palazzo Corsini

Data: 24/04/2024

Completato il restauro dei busti in marmo nel corridoio di accesso alla Galleria in Palazzo Corsini alla Lungara (Roma)

L’EVENTO

Il 23 aprile 2024 tornano a Palazzo Corsini in via della Lungara, a Roma, gli ultimi due busti della serie di dodici che decorano il corridoio di ingresso alla Galleria Nazionale Corsini, restaurati dal Laboratorio Materiali Lapidei e dal Laboratorio Gessi e Calchi dell’Istituto Centrale per il Restauro.

Con questa consegna si chiude la serie di interventi che, nel corso degli ultimi anni, ha visto l’Istituto Centrale per il Restauro intervenire sulle sculture conservate lungo lo scalone di accesso e sul ballatoio del piano nobile del palazzo. Oltre ai busti, infatti, l’Istituto ha restaurato, a partire dal 2016, i sarcofagi collocati sul ballatoio e le due statue virili inserite nelle nicchie nella stessa area, tutti lavori svolti nell’ambito delle attività didattiche della Scuola di Alta Formazione e Studio dell’ICR (SAF-ICR) di Roma.

L’OPERA

La serie è composta da undici busti in marmo, più un busto in gesso.

Gli undici busti in marmo sono composti da teste antiche, databili tra i I e il II secolo d.C., restaurate e reintegrate nel Settecento. L’ingresso di queste opere nella raccolta Corsini coincide con l’allestimento del grandioso palazzo di via della Lungara da parte della famiglia del pontefice Clemente XII, per iniziativa, in particolare, del cardinale Neri, figura di spicco nel panorama politico e culturale della Roma settecentesca. Le teste antiche, acquisite dai Corsini per lo più al momento del loro rinvenimento durante scavi, furono restaurate e reintegrate in marmo, sulla base dei criteri propri di quel tempo, da scultori-restauratori quali Carlo Antonio Napolioni, figura ben nota agli studi, attivo negli stessi anni sulle sculture della collezione Albani, acquistate dallo stesso papa Corsini quale nucleo iniziale del Museo Capitolino. Le opere rappresentano dunque esempi di quella natura ibrida tra antico e moderno che caratterizza molte sculture antiche provenienti da collezioni storiche; proprio questa peculiarità ha indirizzato i criteri di restauro, in particolare per quanto riguarda le puliture. Il busto in gesso, calco della cosiddetta Dea di Butrinto, è invece di fattura novecentesca.

L’ INTERVENTO DI RESTAURO

Le opere si presentavano offuscate da spessi depositi ormai sedimentati, che ne alteravano sensibilmente l’aspetto; alcune stuccature antiche erano inoltre alterate, sollevate o mancanti.

Il restauro è dunque consistito soprattutto nella pulitura dei pezzi, operazione particolarmente delicata per opere di questa natura, composte da parti realizzate in epoche diverse, con marmi di tonalità spesso difformi, ma sapientemente armonizzate dai restauri pregressi e dal tempo trascorso. La pulitura dunque non si è posta come obiettivo la rimozione dei depositi superficiali tout court, ma ha mirato innanzitutto a conservare l’equilibrio raggiunto tra le parti antiche e quelle moderne. Attraverso puliture graduali e selettive effettuate con gel ad alta ritenzione, è stato possibile individuare il punto in cui le difformità esistenti tra originale antico e restauro moderno raggiungevano un equilibrio soddisfacente, un’armonia che la rimozione completa dei depositi avrebbe sicuramente compromesso. Sono state conservate e restaurate anche le integrazioni in stucco e i mastici antichi. Sulla base di analoghi criteri, sono state lasciate in essere le piccole incrostazioni da scavo non rimosse dal restauratore settecentesco, in coerenza con il pieno rispetto del restauro storico e dunque del modo con cui le opere erano state presentate al momento del loro ingresso nella raccolta di cui fanno tuttora parte.

Dopo la pulitura, si è proceduto a stuccare le piccole soluzioni di continuità tra le diverse parti di cui è composto ciascun busto e a stendere un leggero stato protettivo a salvaguardia delle opere, in considerazione della loro collocazione in un luogo di transito, a facile contatto con i visitatori.

L’intervento ha comportato la manutenzione dei piedistalli in marmi policromi sui cui i busti sono collocati.

Crediti

Giorgio Sobrà: Delegato del Direttore Generale alla Direzione dell’Istituto Centrale per il Restauro - Direttore Scuola di Alta Formazione e Studio ICR sede di Matera

Thomas Clement Salomon: Direttore delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica

Francesca Capanna: Direttore Scuola di Alta Formazione e Studio ICR sede di Roma

Marco Bartolini: Vicedirettore Scuola di Alta Formazione e Studio ICR 

Gruppo di lavoro

Direzione dei Lavori e Direzione Operativa: Tullia Carratù, Serena Di Gaetano, Federica Giacomini (busti in marmo); Paola Mezzadri e Stefano Salerno (busto in gesso)

Studenti SAF-ICR Roma del 70°corso PFP1: Ilaria Balmas, Claudia Bonanni, Giada Candellero, Giada Capuzzo, Valentina Fantera, Ilaria Lupini, Yi Rong, Chiara Sabatini, Giulia Scaccia, Lu Yan Wang

Studenti SAF-ICR Roma del 72° corso PFP1: Irene Giuliani, Elettra Martinelli, Malvisa Ndjelo, Marianna Piccininni, Nina Sarno

Indagini chimiche: Giancarlo Sidoti, Lucia, Conti, Ludovica Ruggiero

Documentazione fotografica: Edoardo Loliva, Angelo Raffaele Rubino, Claudio Santangelo