• home
  • L'istituto - News

Torna al Museo Storico dell'Arma la prima Bandiera di guerra dei Carabinieri

Vai ai contenuti correlati

Data: 25/11/2015

Il 26 novembre la cerimonia di ricollocazione del prezioso cimelio, testimone della Grande Guerra e presente lungo la linea del Podgora nel luglio del 1915. L'intervento di restauro ha restituito leggibilità alla bandiera, "ferita" nelle tante battaglie.

Si terrà il prossimo 26 novembre a Roma, presso il Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri, la cerimonia di ricollocazione della prima Bandiera di Guerra dell’Arma restaurata dall’ISCR, già prevista per il 16 novembre e rinviata per rispetto alle vittime dei noti attacchi terroristici di Parigi.

Sei mesi fa in questo stesso museo, estraendo la bandiera dalla teca, le restauratrici del Laboratorio di Restauro dei Tessili e gli stessi rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri presenti, si sono trovati di fronte una situazione veramente compromessa, non ipotizzabile alla semplice visione dall’esterno. Il restauro della bandiera, completa di asta e puntale, fiocco e medaglie, è stato quindi complesso e ha interessato tutte le sue parti costitutive, coinvolgendo anche il laboratorio di restauro dei metalli.

L’intervento ha dovuto perseguire, come primo obiettivo, la possibilità di far affrontare alla fragilissima bandiera un “viaggio”  a Gorizia (sede di molte celebrazioni per il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale), ottenuto mediante il temporaneo fissaggio delle parti costitutive ad un pannello. In un secondo momento è stato affrontato il restauro vero e proprio, teso a restituire anche consistenza e leggibilità all’immagine della gloriosa bandiera.

Riproporre la bandiera in verticale nella sua teca al museo è stata quasi una sfida. Le opere tessili soffrono delle condizioni di esposizione e della luce, per cui, sovente per le opere fragilissime, la loro conservazione è in piano e in condizioni di estrema protezione, all’interno di cassettiere.

Gli ultimi due mesi sono stati spesi a studiare un supporto semitrasparente e flessibile per poter “ripresentare” la bandiera nelle sue peculiarità. Si sono costruite pertanto repliche in seta della bandiera come provini per testare la metodologia che è stata poi scelta nel restauro. Sicuramente è stato un impegno di soddisfazione e una collaborazione proficua che ha incentivato la ricerca in questo particolare settore di beni. Mediante un meticoloso intervento basato essenzialmente sulla selezione di diversi materiali tessili da impiegare e esclusivamente a cucito, si è confermata la validità del metodo tradizionale di consolidamento ad ago (senza l’impiego di adesivi). In seguito allo studio del panneggio naturale della bandiera si sono ricavate nuove linee di forza costruite con un sistema di filze che ha dato la possibilità di rendere manipolabile un tessuto fragilissimo.