• home
  • L'istituto - News

Indagini diagnostiche sul Mosaico della Vendemmia presso il Criptoportico di Colle Oppio

Data: 03/05/2021

In occasione della prossima riapertura al pubblico degli spazi del Criptoportico, l'ICR pubblica un video inedito sul Mosaico della Vendemmia

Nel cuore del Colle Oppio e nelle vicinanze del Colosseo, al livello inferiore delle Terme di Traiano si trova una lunga galleria  nota come “Criptoportico”.  Nel febbraio 1998, nel corso degli scavi, fu scoperto un muro trasversale, con orientamento diverso rispetto alle strutture traianee che gli si appoggiavano, e quindi ad esse precedente. Questa muratura in laterizio costituiva la facciata di un grande palazzo, probabilmente un edificio pubblico. Nello spazio tra le due arcate era raffigurata ad affresco una città protetta da mura turrite, definita la “Città dipinta”. La datazione dell’affresco e dell’edificio in cui si trovava è da collocare prima dell’epoca di Traiano, probabilmente nell’età flavia, intorno alla seconda metà del I sec. d. C.A questa scoperta seguì una più ampia e complessa campagna di indagine che portò a dei risultati sorprendenti, come il mosaico con Musa e Filosofo e, dietro un’altra parete, un altro mosaico raffigurante una scena di vendemmia. Ad individuarla fu una piccola telecamera impiantata su una sonda ed inserita all’interno della parete. In occasione della prossima apertura al pubblico di questi spazi da parte della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’ICR ha deciso di pubblicare per la prima volta foto e filmati inediti della scoperta del Mosaico della Vendemmia, avvenuta mediante strumentazione endoscopica,  a cura di Fabio Aramini e Roberto Ciabattoni (attualmente Responsabili, rispettivamente, del Laboratorio di Fotometria e Spettrofotometria e del Laboratorio di Diagnostica Multispettrale) sotto la direzione di Michele Cordaro (1998). Questo rinvenimento ha portato a ridefinire la topografia di quei luoghi e ha dato nuovo impulso agli scavi archeologici. Per informazioni più dettagliate sugli scavi archeologici nel Criptoportico, potete visitare la pagina web della Sovrintendenza.

L’intervento

Nel febbraio 1998, nel corso dei lavori di scavo del Criptoportico di Traiano, eseguiti dagli archeologi Rita Volpe e Giovanni Caruso della Sovrintendenza Capitolina, a seguito della scoperta dell’affresco venne richiesto l’intervento urgente di alcuni tecnici I.C.R., per effettuare un monitoraggio delle condizioni ambientali e per programmare tutti gli interventi cautelativi in modo da garantire le condizioni di conservazione del manufatto.

In questo quadro di interventi, venne concordato con gli archeologi del Comune che risultava opportuno esplorare, attraverso i fori pontai presenti sulla muratura di sostegno traianea, le condizioni retrostanti l’affresco. Veniva evidenziato peraltro, dai dati anemometrici, un flusso d’aria intenso e costante in corrispondenza di queste aperture.

Nel Giugno del 1998 Fabio Aramini e Roberto Ciabattoni, dopo una serie di tentativi con strumentazioni videoendoscopiche classiche, riuscirono a mettere a punto un’apparecchiatura in grado di permettere una prima esplorazione dell’ambiente retrostante, che appariva, dopo le prime indagini, di notevoli dimensioni. Attraverso i 50 mm dell’apertura disponibile sulla muratura, fu introdotta una microtelecamera B/N orientabile ad alta sensibilità. Venne inoltre predisposto un sistema di illuminazione ad alta efficienza (luce fredda) ed a basso indice PAR (Photosyntethical Active Radiation), per evitare di attivare, in un ambiente caratterizzato da una umidità relativa elevatissima, una proliferazione algale sulle superfici.

L’esplorazione videoendoscopica ha rivelato un ambiente molto alto (oltre 13 m), con un piano di calpestio di una decina di metri inferiore a quello dal quale si procedeva all’esplorazione. La pianta dell’ambiente, delimitato posteriormente da una seconda muratura di sostegno traianea, parallela a quella utilizzata per l’esplorazione, appariva non perfettamente regolare, e di circa 8 metri per 6. Sul lato destro di questo ambiente, sopra un arco dal quale risultava parzialmente asportata la struttura a bipedali, è apparsa l’immagine di una scena di vendemmia con cinque figure umane: tre satiri che danzano pigiando l’uva su un tino a base rettangolare, un suonatore di flauto ed un uomo che raccoglie l’uva in un grande cesto.

Nei mesi successivi sono state condotte, con altre apparecchiature, ulteriori esplorazioni di maggior dettaglio, che hanno portato, oltre all’acquisizione di immagini a colori, alla caratterizzazione certa della natura di mosaico del manufatto.