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Gonfalone storico dell'università La Sapienza di Roma

analisi storico-critica

Il gonfalone fu commissionato ed eseguito nell’agosto del 1933 affinchè potesse sventolare in rappresentanza della Università di Roma ai Giochi universitari internazionali di Torino, previsti per il settembre di quell’anno, nello stadio Mussolini. Il programma dei Giochi avrebbe previsto la partecipazione di numerose università straniere e, pertanto, l’allora ministro dell’Educazione Nazionale, Francesco Ercole, disponeva che, “per rendere più solenne la cerimonia del giuramento”, fossero “presenti i gonfaloni degli Atenei d’Italia scortati dalla gioventù universitaria italiana, inquadrata nei Gruppi Universitari Fascisti”[1]. Achille Starace, segretario del PNF e dei GUF, in una circolare del 7 luglio, comunicava ai G.U.F.[2] d’Italia, il programma dettagliato per il giorno dell’inaugurazione dei Giochi che avrebbe visto sfilare le rappresentanze degli atenei in un corteo storico, ognuna delle quali formata da un tamburino, quattro trombettieri con drappelle, due alfieri con bandiere dei colori della città, due uomini d’arme, il paggio maggiore con il gonfalone della Università, fiancheggiato da due valletti e a chiusura un numero variabile di paggi[3].

A Roma, il rettore Francesco Rocco, recepita la necessità imminente, in un mese e mezzo circa, riusciva a far progettare e commissionare sia il gonfalone che i costumi storici, a far partire la “macchina organizzativa” per il viaggio degli studenti e la spedizione degli apparati per il giorno dell’inaugurazione dei Giochi del 3 settembre 1933.  Nell’agosto, la ditta romana Tanfani e Bertarelli, specializzata in ricami, paramenti sacri e sartoria, eseguiva il gonfalone in seta con ricami in filati metallici e per applicazione, frangiato d’oro. La lettera di commissione dell’Università, firmata dal prof. Nicola Spano per ordine del rettore, indicava di attenersi fedelmente al disegno del pittore prof. Giovanni Battista Conti (1878-1971), che avrebbe mantenuto la direzione artistica del lavoro anche durante l’esecuzione, e ne richiedeva la consegna nei termini improrogabili del 31 agosto, completo di asta, cordoni, fiocchi e altri accessori (spallacci in cuoio, astucci etc.). In realtà, come si nota nella foto del bozzetto firmato dal Conti, tre stemmi sono diversi. Nel gonfalone furono ricamati quelli della scuola di Geografia, Farmacia e Statistica anzichè quelli di Ingegneria, Scienze Economiche e commerciali e Architettura.

La tipologia e lo “stile” del gonfalone della Regia Università di Roma quindi è scelto per rappresentare l’antica gloria dello Studium Urbis nel suo massimo splendore. Si trova una testimonianza scritta nella Relazione sulla scorta dell’università romana [4] che reca in dettaglio la descrizione di tutto il corteo storico e spiega la scelta dello stile cinquecentesco per il disegno del gonfalone. ….”Segue il paggio maggiore col gonfalone dell’Università, che, secondo la narrazione di un cronista del tempo, uscì per la prima volta per le vie di Roma in occasione dell’incoronazione di leone X nel 1514; perciò esso è stato disegnato in stile cinquecentesco ed è accompagnato da paggi e uomini d’arme dell’epoca, ricordando così che il cinquecento, con il pontificato di Leone X, vero munifico mecenate, fu epoca gloriosa per l’Università”.

Un'altra relazione rinvenuta nell'Archivio Storico della Sapienza, ci rivela l'ideatore del simbolo iconografico dell'università. Essa stralciava in massima parte un articolo del prof. Domenico Gnoli pubblicato nel 1913 [5] Il professore, in seguito ad attento studio delle fonti scritte e iconografiche, sollevava il problema della realizzazione grafica di un nuovo stemma o sigillo per la Regia Università e suggeriva come fonte “l’opportunità di considerare l’insegnamento di san Tommaso”, per il quale la denominazione di cherubino significa pienezza di conoscenza o effusione di Sapienza, “riportandone intorno al Cherubino, nuovo stemma dell’università, la citazione letteraria “Cherubin interpretatur plenitudo scientiae”[6].

Il gonfalone “…che rimarrà come simbolo della nostra gloriosa Università, riprende nella parte centrale nel motivo nel (del n.d.r.) cherubino di fuoco in due grandi ali, con la testa nimbata d’oro e con tre fiamme scintillanti che guizzano sulla testa ed alla sinistra e alla destra delle ali. Nella parte inferiore campeggi auna lupa d’oro. Ai lati di questo campo azzurro su due fascioni cremisi si sovrappongono quattro stemmi delle facoltà a destra ed a sinistra. A sinistra a a cominciare dall’alto si trova 1° lo stemma della facoltà di legge con spada d’argento e bilancia d’oro in campo azzurro; 2°facoltà di scienze politiche con aquila d’oro in campo nero; 3°lettere, campo rosso con libro aperto e penna; 4° Medicina, clava con serpente d’oro in campo rosso. A destra: 1°scienze, storta, ruota d’argento e parallelepipedo d’oro in campo verde; 2° Geografia, sfera armillare in grigio e nero in campo d’oro; 3° Farmacia, coppa con serpe in campo rosso; 4°statistica, statua in oro di Diana e Efiside in campo azzurro scuro. La parte superiore del Gonfalone come quella inferiore sono formati dai colori governatoriali, cremisi giallo-vecchio, decorate con nodi d’amore in oro, e nel basso la dicitura in oro Archiginnasium Romanum alla quale è sottoposto nella parte centrale il Fascio littorio contornato di quercia e di alloro. Il retro del Gonfalone è costituito da un grande bipartito in cremisi ed oro vecchio con i tre fasci aurei del Governatorato. L’asta centrale del gonfalone è terminata da una Minerva con Egita, Clipeo, Lancia e serpe mentre i terminali dell’asta corta orizzontale sono formati da due fiamme”

Dopo la cerimonia di inaugurazione dei Giochi, i gonfaloni delle università furono esposti nella Mostra documentaria di Vita Goliardica in programma a Torino fino alla metà di settembre di quell’anno[7].

Il 18 novembre, a Roma, giorno dell’inaugurazione dell'Anno Accademico 1933-34, tra professori in toga, alte personalità e studenti, il corteo storico sfila con il gonfalone nel cortile della sede di Sant’Ivo alla Sapienza. In quella occasione, l’insegna universitaria riceverà il suo “battesimo” e avrà come madrina la principessa Maria di Savoia[8]. Il gonfalone è testimone, negli anni a seguire delle manifestazioni ufficiali di inaugurazione degli anni accademici e, molto probabilmente per l’ultima volta, nell’ottobre del 1941 alla consegna della laurea in Economia honoris causa al ministro tedesco Funk.

Sostituito nel 1955, sia perché considerato un manufatto troppo legato all’epoca fascista sia per onorare i simboli delle nuove facoltà istituite nel corso degli anni, uno nuovo di velluto blu fu ricamato dal laboratorio di Gina Assirelli su disegno del pittore Eugenio Fegarotti in luogo del “vecchio, logoro e senza storia” (Quotidiano “Momento sera” 10 novembre 1955, pg.3)

Oggi rimane ancora sul web una foto dell’antico gonfalone, scattata prima dell’ultimo intervento di ripristino, a testimonianza del suo stato conservativo ormai molto compromesso, privato del fascio littorio tra i rami di quercia e alloro sul recto. 

 

L’ultima nota curiosa è che il gonfalone storico del 1933, seppur lievemente modificato nel disegno, è presente sui diplomi di dottorati e master di Sapienza a dare memoria degli “antichi fasti” del tempo di Leone X. 

Foto testo: il bozzetto originale con sigla dell'artista GBConti. Opera esposta negli uffici del Rettorato, Sapienza, Roma.

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[1]Circolare n.20 del 7-06-1933, Ministero delle’Educazione Nazionale. Archivio Storico Sapienza , Busta 46, pos. 14, fascicolo “Giochi universitari a Torino,1933”

[2]GUF Sigla di Gruppi Universitari Fascisti, organismo istituito nel 1927 alle dirette dipendenze del segretario del Partito Nazionale Fascista (PNF) con lo scopo di educare secondo la dottrina fascista la gioventù universitaria italiana e gli iscritti alle accademie militari; inquadrava i giovani dai 18 ai 28 anni e comprendeva anche sezioni femminili e di laureati. Svolsero attività sportiva e culturale che trovò caratteristica espressione agonistica nei littoriali (ludi littoriali, erano così chiamate le gare culturali o sportive riservate agli studenti universitari - 1932-1940)

[3]Circolare n.18 del 7-7-1933 Gruppi Universitari Fascisti, firmata. Archivio Storico Sapienza , Arch. Gen, Busta 46, pos. 14, fascicolo Giochi universitari a Torino,1933

[4]Relazione dattiloscritta senza data, che spiega nei dettagli la composizione del corteo romano e particolari stilistici e iconografici sul gonfalone. Inserita nel fascicolo tra documenti datati a fine agosto 1933. A.S.S., Arch. Gen , Busta 46, pos. 14, fascicolo “Giochi universitari a Torino,1933”

[5]Domenico Gnoli, Il Gonfalone dell’Università Romana, in “Il Giornale d’Italia”, 27 gennaio 1913. Di tale contributo è stata rinvenuta in archivio (A.S.S.) una copia dattiloscritta con firma a macchina di D.Gnoli, con note a matita di modifiche e tagli al contenuto. Di questo articolo ampissimi stralci sono presenti in una “copia” integrata con la descrizione del gonfalone ormai eseguito. Questa relazione fu inviata alla redazione del giornale Il Veneto di Padova il 4 settembre 1933. La minuta per l’invio è firmata dal direttore amministrativo dell’università., A.S.S., Arch. Gen., Busta 46, pos. 14, fascicolo “Giochi universitari a Torino,1933”

[6]Bartolomeo Azzaro, La Sapientia dello Studium Urbis di Roma, in Studi romani, Anno LIII – nn.3-4, Luglio –Dicembre 2005, pag 493

[7]Lettera di richiesta per l’esposizione del segretario del GUF di Torino Guido Pallotta, datata 22 agosto 1933 e indirizzata al Magnifico Rettore dell’Università di Roma, A.S.S., Arch. Gen, idem

[8]http://fondoluce.archivioluce.com/LuceUnesco/reparto-attualita/scheda/foto/IL0010029734/12/La-principessa-Maria-di-Savoia-ripresa-accanto-al-gonfalone-dellateneo-romano-nel-cortile-di-S-Ivo-alla-Sapienza-durante-la-cerimonia-di-benedizione-dellinsegna-universitaria.html?descrizione=gonfalone università