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Il lanciatore di anelli "Rope Quoit", Eugenio Maccagnani, Accademia Nazionale di San Luca, Roma

analisi storico-critica

Eugenio Maccagnani (Lecce, 1852, Roma, 1930)  Rope quoit (firmato e datato 1906), premio Müller 1907.

Eugenio Maccagnani, nipote di un plasticatore di cartapesta leccese, dimostrò un talento molto precoce e ottenne una borsa di studio che gli consentì di trasferirsi a Roma nel 1871 e di studiare scultura presso l’Accademia di San Luca. Fu un autore molto attivo nei grandi cantieri postunitari tra i quali quello del Monumento a Vittorio Emanuele II (a partire dal 1884) per il quale realizzò il fregio con le personificazioni delle città d’Italia in marmo sulla base del monumento a Vittorio Emanuele II. Eseguì numerose statue monumentali sia in Italia che in America. L’ICR ha già restaurato un’altra opera di Maccagnani, il rilievo argenteo della Bontà facente parte della decorazione della tomba di Umberto I al Pantheon.
La statua del fanciullo che sta per lanciare l’anello del quoit dell’Accademia di San Luca fa parte della sua produzione meno accademica e altisonante, costituita da bronzi di formato relativamente ridotto, evidentemente destinati ad un pubblico privato (Civettuola, Vendemmiatrice, etc) nella quale l’autore dà prova di uno strepitoso virtuosismo e di grande sapienza compositiva. “L’opera in bronzo del lanciatore di anelli” fu esposta nel 1907 alla LXXVII Esposizione internazionale di belle arti della Società di amatori e cultori di Roma, fu acquistata con il premio Müller per 12.000 lire e in tal modo venne a far parte delle collezioni dell’Accademia di San Luca[1].
Il suo maggiore successo, oltre a Rope quoit, fu conseguito dal gruppo in gesso raffigurante Adamo ed Eva, intitolato La voce del Signore tuonò del 1898, oggi conservato a Lecce, Istituto statale d’arte G. Pellegrino, che, esposto all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, ottenne la medaglia d’oro e gli fece avere la legion d’onore.



[1] Roma, Arch. Stor dell’ASL vol 192, n.2, 5, verbale dell’adunanza per il giudizio del concorso Müller, 6 aprile 1907