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Il volto di avorio

indagini scientifiche

Le indagini scientifiche sono state effettuate con i seguenti obiettivi:

caratterizzazione del materiale che riempie alcune cavità del volto e della mano e quello presente come depositi superficiali, costituiti entrambi da una malta di calce e aggregato di natura prevalentemente vulcanica, con aspetto e composizione chimico-mineralogica omogenea;
identificazione del materiale sovrammesso, applicato in modo diffuso sui reperti e visibile anche in profondità, che è risultato essere una resina acrilica con composizione uguale al Paraloid B72;
caratterizzazione della patina bianca superficiale presente su tutta la superficie del volto di Apollo. I risultati ottenuti mediante analisi XRF sulla superficie e all’interno sono confrontabili e non hanno messo in evidenza elementi chimici riconducibili alla presenza di policromia;
identificazione di eventuali attacchi biologici che a seguito dell’osservazione dei campioni allo stereomicroscopio e al microscopio ottico a diversi ingrandimenti hanno permesso di escludere la presenza di forme biologiche vitali;
monitoraggio delle condizioni microclimatiche necessarie per la conservazione. E’ stata realizzata una vetrina che ha caratteristiche costruttive tali da mantenere al suo interno un microclima controllato: umidità relativa fra il 55-60%, temperatura attorno ai 19-24°C e un sistema d’illuminazione che utilizza fibre ottiche e consente di focalizzare sugli oggetti un fascio di luce che ha colori caldi e una bassa intensità luminosa, 50 lux. La sorgente è installata lontano dal volume espositivo in modo tale da non causare un aumento di temperatura all’interno della vetrina.

Hanno preso parte alle indagini scientifiche anche:

D. Artioli (già ISCR), per le analisi chimiche;
M. Leotta e G. Santonico (già ISCR), per le riprese fotografiche macro;
M.P. Nugari (già ISCR), per le analisi biologiche.