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Restauri conclusi
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La porta aperta, Venanzio Zolla, Quirinale, Roma
Il dipinto proviene dalla collezione del Quirinale. Questa raccolta è stata spesso oggetto di restauro del laboratorio dei materiali dell’arte contemporanea nei suoi anni di attività. L'opera La porta aperta in particolare, ha costituito oggetto di interesse per il problema legato alla protezione superficiale, alla sua alterazione e successiva rimozione rispettando il principio sempre valido della reversibilità, cioè della sua rinnovabilità senza danneggiare lo strato pittorico sottostante.
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Hanno partecipato al lavoro oltre al gruppo ISCR:
Dott.ssa Luisa Morozzi ( Storica dell'arte del Quirinale)
Università di Perugia Dipartimento di chimica e CNR, laboratorio Molab, Dott.ssa C. Miliani, Dott.ssa Al.Daveri, Dott.ssa K. Kahrim -
Cromatica, Guido Strazza, Macro, Roma
L’opera “Cromatica” datata 1967, di Guido Strazza, esempio di Optical art, è stata accolta in cattivo stato di conservazione nel laboratorio di restauro dei materiali dell’arte contemporanea, per un intervento di restauro conservativo. Essendo il frutto di un assemblaggio di materiali mobili, alcune parti si erano staccate e l’opera rischiava di scomporsi e di perdere i suoi elementi. È stata pertanto oggetto di studio ed intervento nell’ambito dell’attività didattica di questo Istituto.
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Angelo in maiolica, Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto
L’intervento di restauro di un rilievo in terracotta proveniente dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto ci ha offerto l’opportunità di studiare una scultura in maiolica dal punto di visto tecnologico, ma anche di fare delle riflessioni sul metodo di assemblaggio di un tale manufatto destinato alla musealizzazione.
Questo pregevole rilievo (circa 120 x 90 cm) era collocato su una parete del portico del convento orvietano del Buon Gesù quando fu segnalato all’attenzione dei soprastanti dell’Opera del Duomo e da essi acquistato nel 1903 per evitarne la dispersione. La curvatura del margine destro fa però supporre che il rilievo fosse stato originariamente realizzato per decorare una lunetta al di sopra di un portale o per una pala d’altare. Del resto, non è documentato neppure l’autentico sviluppo della composizione cui la figura apparteneva: se infatti l’attributo del giglio sembrerebbe far riferimento a una annunciazione, la curvatura ogivale sulla sinistra e le dimensioni originali della lunetta potrebbero fare pensare a una scena più ampia e articolata.
Il recente restauro ha consentito di restituire stilisticamente questa bella terracotta all’ambito di Benedetto Buglioni, artista fiorentino documentato per la sua attività a Bolsena (VT), nella diocesi di Orvieto, sullo scorcio del XV secolo; e soprattutto di recuperare un interessante “frammento” nella difficile e lacunosa ricostruzione delle produzioni ceramiche attive o presenti a Orvieto in epoca rinascimentale.Il lavoro di restauro si è svolto sotto la direzione di Giuseppina Testa. Si ringrazia inoltre Alessandra Cannistrà dell’Opera del Duomo di Orvieto per la sua cortese collaborazione.
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Rotella da parata in cuoio. Museo Bagatti-Valsecchi, Milano
Nel XVI secolo si assiste in Italia ad una vasta ed originale produzione di armature di lusso (dette anche da parata), sontuosamente decorate per esaltare l’aspetto di potenza e di ricchezza dei grandi signori dell’epoca. Si tratta di armature di elevato valore simbolico, politico e sociale, i cui temi decorativi attingono all’antichità romana e alla mitologia classica da poco riscoperti, offrendo spunto per composizioni raffinate e a volte spettacolari, e in cui ‘la forma è portata al massimo del virtuosismo tecnico lavorando l’acciaio a sbalzo alla stregua di un metallo prezioso’.
Al corpus degli armamenti da parata Rinascimentali appartengono anche diversi esemplari realizzati in cuoio (principalmente scudi e copricapi guerreschi di diversa foggia), materiale strutturalmente diverso dall’acciaio, ma fin dall’antichità utilizzato nel campo dell’abbigliamento militare e in grado di essere lavorato ad imitazione dei più pregiati esemplari in metallo.
Il restauro della rotella in cuoio del Museo Bagatti-Valsecchi di Milano, datata alla seconda metà del XVI secolo, ha permesso di approfondire la conoscenza delle tecniche compositive e di decorazione di questa particolare classe di manufatti e una serie di indagini analitiche, mirate alla valutazione dello stato di conservazione, ha indirizzato nelle scelte metodologiche per la stabilizzazione del rivestimento in cuoio. L’intervento è stato eseguito, con la Direzione Lavori della dottoressa Rosanna Pavoni, nel rispetto di modifiche e aggiunte apportate al manufatto nei precedenti restauri, in accordo con le scelte di allestimento della collezione.
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