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Baia sommersa, Villa con ingresso a protiro. Ambiente pavimentato con mosaico bianco

presentazione

A sud-ovest della Villa dei Pisoni, lungo una strada ora insabbiata, sono stati individuati ambienti termali; sul lato opposto una schiera di negozi ed una villa privata, che si estende per circa 120 metri sul fronte stradale, denominata convenzionalmente “Villa con ingresso a protiro”. Si tratta di una delle numerose villae maritimae che si trovavano lungo le sponde del lacus baianus. La villa è composta da due aree ben delineate, una termale ed una residenziale, separate da un bacino rettangolare in comunicazione con il mare ed ornato da statue, una delle quali (del tipo dell'Afrodite dei Giardini di Alcamene, oggi conservata nel museo dei Campi Flegrei) è stata recuperata alla fine degli anni '90 del novecento. L'ingresso a protiro era inquadrato da una coppia di colonne e da due lunghi sedili in muratura; oltrepassato il vestibolo (sul quale si affacciava l'ambiente dell'ostiarius o portinaio), si giungeva nell'atrio che aveva pareti rivestite di marmo, in modo simile agli ambienti adiacenti che, in diversi casi, presentavano una pavimentazione in mosaico. In particolare, un mosaico pavimentale composto da tessere bianche (ambiente 14) e un mosaico a tessere bianche e nere ornato da motivi geometrici (esagoni e pseudo emblema con cerchi e pelte). A sud dell'atrio si apre una grande aula absidata (l'emiciclo sul fondo è ampio ben 10,37 m.), che probabilmente non era prevista nel progetto iniziale, simile, anche per il ricco rivestimento in grandi lastre marmoree, alle aule tardo-imperiali delle ricche domus di Ostia.

Nell’ambiente “14" presso la Villa con ingresso a protiro è situato un pavimento a mosaico che misura 2,50 x 4,50 m circa ed è realizzato con tessere bianche. L’ambiente, la cui ampiezza non è possibile definire perché in parte crollato, è circoscritto da murature in opera reticolata.

Dato l’interesse che presentava l’area dove esso si trova e le sue condizioni precarie, il mosaico è stato oggetto di un primo intervento di restauro, eseguito dall’ISCR nel 2003 nell’ambito del progetto Restaurare sott’acqua. Nel corso dei lavori sono stati sperimentati strumenti e metodologie di intervento per la conservazione e la protezione in situ, quindi è stato realizzato il restauro, il consolidamento strutturale, e infine la copertura con geotessuto bianco.

Durante la seconda campagna, che ha avuto luogo nel 2004, è stata effettuata la manutenzione ordinaria degli interventi di restauro del 2003 e quindi il mosaico è stato nuovamente coperto con telo in geotessuto bianco. Nel 2005 è stata eseguita un’operazione di controllo, durante la quale sono state verificate le buone condizioni di conservazione del mosaico e quindi non è stato ritenuto necessario intervenire. Durante la campagna del 2011 sono stati compiuti localizzati risarcimenti della malta perimetrale non più aderente agli strati preparatori, e sono state pulite le superfici trovate libere dalla copertura. Infine è stata sostituito il telo di geotessuto con uno nuovo in cui è stata tagliata una apertura di forma quadrata , una sorta di “finestra” per consentire la visione del pavimento durante le visite subacquee. Nella campagna del 2012 è stata rimossa completamente la vecchia malta sul cordolo perimetrale lungo il lato N, ormai danneggiata, e sostituita con una nuova appositamente pigmentata per garantire la minima interferenza cromatica.

Il lavori di restauro svolti dall’anno 2003 e fino all’anno 2010, sono stati effettuati sotto la direzione di Roberto Petriaggi.