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Baia sommersa, Villa con ingresso a protiro. Ambiente pavimentato con mosaico bianco

stato di conservazione e interventi precedenti

2003. Durante la prima campagna di restauro nel settembre del 2003, si è potuta costatare un eccessiva proliferazione di alghe, dovuta alle alte temperature della stagione estiva, alla scarsità di mareggiate e all’irraggiamento solare continuo, per le eccezionali condizioni meterologiche di quell’anno. Le alghe avevano colonizzato i giunti tra gli elementi lapidei, dove l’impoverimento della malta interstiziale offriva una protezione dal mare e maggiori possibilità di ancoraggio al substrato. Sulle tessere erano presenti Cianobatteri e spugne che avevano causato microperforazioni, provocando l’alveolizzazione delle tessere. Sui muri perimetrali l’azione meccanica esercitata dall’accrescimento degli organismi aveva causato la disgregazione delle malte. In prossimità di una frattura del pavimento erano presenti porzioni di mosaico o di strati preparatori distaccatisi a causa degli urti delle chiglie delle imbarcazioni. Sotto la frattura era evidente una soluzione di continuità tra gli strati di allettamento delle tessere e il fondale, soprattutto quando il bordo della frattura era esposto a sud, quindi al vento di scirocco e alle mareggiate; per analoghi motivi si registrava l’erosione degli strati sottostanti, quelli preparatori, indeboliti dalla lunga permanenza in acqua.

2004. Nel 2004 è stato effettuato un intervento di revisione del restauro, eseguito l’anno precedente. L’operazione è stata concentrata sul controllo della malta utilizzata per il cordolo perimetrale di contenimento dei bordi del mosaico, e sulla verifica dello sviluppo dei biodeteriogeni ad un anno della completa rimozione degli agenti infestanti. La malta si presentava in buono stato di conservazione, in ottimo stato di indurimento con conseguente scarsa erosione superficiale, ad eccezione di alcune zone limitate dove la presa e la carbonatazione del premiscelato non sembravano essere soddisfacenti. A seguito di queste osservazioni sulla malta, iniziarono ulteriori sperimentazioni di laboratorio che portarono alla selezione della malta Volteco Microlime Gel che viene utilizzata con successo ancora oggi.

2005. Nell'ottobre del 2005 è stato effettuato un ulteriore intervento di revisione nell’area. Il mosaico si presentava in discreto stato di conservazione, con la malta della stuccatura perimetrale ancora in buono stato e indurita completamente in superficie. Le lamine utilizzate per il contenimento della malta stessa erano ancora bene ancorate al piano di posa degli strati preparatori, ad eccezione di una estremità, dove il dislivello crescente verso il fondo e la perdita dei sedimenti e dei grossi frammenti litoidi, ne avevano causato il distacco dalla stuccatura. Era evidente, inoltre, una buona tenuta della copertura in geotessuto e sacchi in nylon con riempimento di sabbia rinforzata con un telaio di tubi in acciaio.

2011. Nell’intervento di controllo effettuato il 2011, il mosaico presentava alcune zone, dove il geotessuto era dislocato, rispetto al suo posizionamento originario funzionale alla protezione della superficie pavimentale e degradato, mentre alcune sacche di appesantimento si presentavano lacerate. Tali aree erano ricoperte da sedimenti, da patine di natura algale e da colonie di piccole alghe filiformi. Infine sul mosaico sono state riscontrate numerose lacune della malta di contenimento perimetrale degli strati preparatori. 

2012. Durante la campagna di restauro svolta nel 2012, è stato verificato il buono stato di conservazione del mosaico sia per quanto riguardava la malta interstiziale che le stesse tessere che non presentavano nuovi attacchi biologici rispetto a quelli già riscontrati nel 2011, segno evidente dell’ottima funzionalità di questo sistema di copertura per il controllo indiretto dello sviluppo degli organismi biodeteriogeni.